Jach III Dobson 16" UC Autocostruito

L'autocostruzione mi ha sempre appassionato, sin dagli inizi di questo hobby. Dapprima con la realizzazione di accessori per fare astrofotografia fino alla realizzazione di telescopi rifrattori e dobson... spesso mi è stato chiesto di fare qualche acessorio o priastra o altro per qualche amico ed in quest'ultimo caso, un telescopio completo... un gemellino del Jach III. Nel limite del tempo a disposizione mi sono sempre prestato e sempre mi presterò a queste richieste proprio per la passione che mi avvolge in questi lavori!!!
Di seguito descriverò l'iter per la realizzazione della mia ultima creatura... un dobson UC da 16".
Importantissimo nella realizzazione è la cura della fase progettuale, durante la quale ho scelto i materiali, le forme ed i pesi al fine di ottenere un risultato stabile, equilibrato e nonostante tutto, leggero e trasportabile!
L'uso di Autocad mi ha permesso di definire tutto nei minimi particolari:

Oltre agli aspetti funzionali ho cercato di curare molto anche il fattore estetico, dando un aspetto armonioso all'opera.
Prima di tutto ho definito gli aspetti principali: diametro 16", focale 1800mm, dimensioni focheggiatore e secondario con asse minore da 82mm, il tutto per ottenere un'altezza dell'oculare allo zenit di 172 cm ed un CPL da 12mm.
La scelta dei materiali è caduta sul classico: multistrato di betulla da 25mm per la base e la gabbia del primario, acciaio per  tutti i componenti della cella delo specchio primario ed alluminio per i tralicci e relativi agganci. Parecchio tempo in fase progettuale l'ho dedicato al metodo di bloccaggio dei tubi per far risultare il montaggio veloce e sicuro allo stesso tempo.
La base è stata tagliata con un pantografo a CN, con il quale, oltre alle forme, sono state fatte anche tutte le forature necessarie al sucessivo montaggio... oltre alla firma dell'autore!



Tutte le parti in multistrato sono state stuccate e sucessivamente carteggiate per eliminare tutte le tracce di lavorazione, quindi è stato spruzzata una mano di fondo coprente il quale è stato a sua volta carteggiato per ottenere la superficia più liscia possibile... nella parte inferiore delle "lune" ho incollato una striscia di laminato per renderle più scivolose e quindi scorrevoli nel movimento in altezza.


Anche sulla parte inferiore della base ho incollato un foglio di laminato perchè su di questo andranno ad agire i tre cuscinetti in teflon chegarantiranno la stabilità, mentre la rotazione è data da un grosso cuscinetto posto negli incavi visibili in foto.
Tutte le parti in acciaio sono state realizzate tramite taglio laser di lamiere di vario spessore, da 8mm a 3mm in base alla funzione del particolare. Il tutto è stato protetto da una buona mano di antiruggine e quindi verniciato di nero opaco.


Ogni particolare, oltre ad essere stato progettato è stato anche realizzato dal sottoscritto nel garage di casa per la maggior parte dei lavori e con l'aiuto di un collega, sfruttando le pause pranzo o trattenendosi oltre l'orario di lavoro per i particolare che prevedevano l'utilizzo di macchine utensili.


Ovviamente non ho inventato nulla ma ho solo personalizzato ed interpretato le soluzioni normalmente adottate nella realizzazione di questi strumenti.
Particolare attenzione e precisione è stata prestata nella realizzazione dei particolari in alluminio lavorati in fresa e tornio, dato che rappresentano le parti salienti dello strumento:


La realizzazione della cella del primario, ovviamente è stata realizzata a 18 punti flottanti con una particolarità... la collimazione viene fatta da sopra e con l'aggiunta delle apposite prolunghe, è possibile farla con l'occhio all'oculare... questa soluzione l'ho adottata quasi per sfida: alla presentazione sui forum del predecessore Jach II mi è stato proposto di adottare questo sistema sulla prossima realizzazione ed io ci ho provato!


Il montagigo dei vari particolari ha previsto diverse fasi... in quanto prima di ultimare l'assemblaggio bloccando i vari componenti, ho voluto verificare che lo strumento andasse a fuoco su tutti i miei oculari montandolo sotto il cielo in modo posticcio.


Nella foratura degli alloggiamenti degli spider, ho previsto già da progetto, lo spostamento dovuto all'off-set... all'interno dei fori sono state inserite delle bussole di mascheraggio sulle quali agiscono le brugole che tensionano gli spider... lo scopo delle bussole è di evitare che la testa delle brugole si piantino sul multistrato.
Come detto in precedenza, ho prestato molta attenzione alla progettazione dei sistemi di aggancio dei tubi ed alla fine ho adottato un sistema a leva di bloccaggio che non prevede nessun pomello e nessun componente che si possa staccare e quindi perdere in mezzo all'erba al buio!!!


I terminali dei tralicci, nel punto di collegamento al blocchetto hanno anche luro una boccola di acciaio che preserva il terminale di alluminio dall'usura dovuta sl movimento rispetto al blocchetto... Sulla gabbia del secondario è fissata la forcella che si blocca con la leva presente nel blocchetto.


Completato il primo assemblaggio, è stato possibile verificare il fuoco... come da progetto, tutti gli oculari hanno raggiunto la messa a fuoco.
Finalmente è stato possibile ultimare l'operà con la certezza che tutto è ok... lo strumento risulta perfettamente bilanciato con un cercatore ottico da 60mm, telrad ed oculare Baader da 36mm senza bisogno di applicare nessun contrappeso di bilanciamento



A proposito di peso... la parte più pesante ovviamente è la cella del primario che grava per 13 Kg, che unita ai 13 Kg dello specchio GSO richiedo uno sforzo limitato per lo spostamento... 26 Kg! I tralicci pesano la bellezza di 5 Kg circa mentre la gabbia del secondario completa di cercatore e telrad pesa 6 Kg... rimane solamente la base e le lune che risultano pesare 5 Kg, per un totale di 42 Kg operativo!


Ovviamente in un raptus di megalomania ho inciso il mio nik-name sulla gabbia del secondario...



Una particolare attenzione l'ho messa nella chiusura dello strumento in fase di trasporto... le lune smontabili possono essere riposte all'interno della base e superiormente a queste si appoggia la cella del primario... sopra la cella del primario si appoggia la gabbia del secondario rovesciata ottenendo un ingombro in altezza di 35 cm... ovviamente non è trasportabile così in blocco (almeno per me) perchè parliamo di 36 Kg...

Il Jach III necessita circa di tre minuti per il completo montaggio, dopo di chè una controllatina alla collimazione ed il cielo è nostro....